Frutto della collaborazione tra il coro Collegium Karalitanum e Cuncordia a Launeddas, il CD è stato prodotto e distribuito dal quotidiano di Cagliari, L'Unione Sarda a Natale 2005, nella collana "La Biblioteca dell’Identità".
Il progetto musicale ha coinvolto due formazioni musicali di diversa impostazione: un coro polifonico ed un gruppo di suonatori di launeddas
Musica colta e musica popolare si incontrano, come lascia intuire il titolo Notte de Chelu, in una raccolta dei più celebri canti di natale della tradizione sarda, ma anche lasciando spazio ad alcune novità come Anninnia a Gesus, scritta da Giampaolo Lallai e la rielaborazione di Celesti Tesoru e su Rei de s'Amori.
Molto suggestiva è anche l’interpretazione di Adeste Fideles, in cui la fusione dei due organici esalta la partecipazione delle launeddas in un genere che esula dalla musica tradizionale propriamente detta.
Tutti i brani sono stati registrati dal vivo, nella chiesa di S. Maria del Monte di Cagliari.
Pubblicato alla fine del 2003, il primo CD del gruppo rappresenta una sintesi del loro ventennale percorso di ricerca musicale. I dodici brani della raccolta vogliono dare all’ascoltatore un saggio delle possibilità dello strumento utilizzato in modo orchestrale, non per stravolgerne l’uso consolidato dalla tradizione, ma per aprire nuove vie e nuovi orizzonti musicali all’immenso patrimonio musicale sardo.
Sia il repertorio religioso che quello profano sono adeguatamente rappresentati, come brani strumentali di per sé e come accompagnamenti a forme di canto.
Il primo brano della raccolta: Cuncordia, non rientra in alcuna forma codificata; è nato dallo sviluppo di una melodia, lenta molto ariosa, che si trasforma in un ballo trascinante, dove viene evidenziato il virtuosismo degli esecutori.
Non poteva mancare una dimostrazione di ballo a cuncordia in senso tradizionale; la scelta di Mediana a Pipia e Punt''e Organu di riscontro non comune, si è dimostrata molto efficace dando luogo ad un brano spumeggiante e ricco di sorprese musicali.
La potenza del suono di dieci strumenti e l´arricchimento di note che da ciò deriva compensano la rarefazione dei virtuosismi, più evidenti nei brani da solista e fanno di questo gruppo la prima orchestra sarda di musica popolare.