La diffusione delle Launeddas in Sardegna è andata via via diminuendo nel corso del ventesimo secolo, in parte perchè sostituite da altri strumenti come l'organetto diatonico e la fisarmonica, in parte per il sopravvento di forme musicali di importazione.
La tradizione si è mantenuta comunque viva in alcune aree, grazie alla presenza di Scuole che erano ben radicate e che hanno, in seguito, imposto il loro stile alle successive generazioni di suonatori. Molti suonatori sono entrati nella leggenda, ma della maggior parte di essi non è rimasta alcuna traccia documentata.
Il primo suonatore che ha avuto modo di entrare in una sala di registrazione è stato Efisio Melis (1890-1970) proveniente dalla Scuola del Sarrabus. La sua genialità musicale è stata, per fortuna, documentata nelle registrazioni effettuate a Milano nel 1930, 1937, 1950 e 1962, in parte su dischi 78 rpm che sono state rimasterizzate e pubblicate su CD. ( Punt''e organu)
Giudicato unanimamente, a posteriori, il pił grande suonatore che si ricordi, (Mediana) ebbe un'esistenza travagliata. La sua musica era a tratti troppo innovativa e non veniva accettata nelle feste patronali dove il ballo sardo era legato a schemi abbastanza rigidi. Gli veniva preferito, spesso, Antonio Lara (1886-1979), anch'egli originario di Villaputzu, suonatore che gareggiava con lui per bravura e virtuosismo, ma più rispettoso della tradizione. (Mediana a pipia)
Tra i due è sempre esistita una notevole rivalità, attenuatasi solo quando entrambi ultrasettantenni collaborarono insieme per un progetto discografico. Una delle pietre miliari della musica per launeddas, sono le registrazioni effettuate a Milano, "a cuncordia", da Efisio Melis ed Antonio Lara nel 1962, dove la padronanza musicale e l'eleganza stilistica arrivano ai massimi livelli. (Punt''e organu e Fiorassiu)
La tradizione del Sarrabus è stata portata avanti da Aurelio Porcu e Luigi Lai che nei momenti di maggior difficoltà delle launeddas hanno mantenuto la tradizione e, in seguito, grazie anche alla lungimiranza di alcune amministrazioni comunali e di associazioni culturali hanno preso per mano tanti giovani allievi, scongiurando il pericolo dell'estinzione di questo antico strumento.
Aurelio Porcu, (Spinellu a Pipia) custode fedele della tradizione, è stato uno degli animatori principali delle feste patronali; la sua versatilità veniva espressa come diletto, anche nel canto tradizionale. Nell’esempio seguente è accompagnato alle launeddas da Antonio Lara. (Cantzoni a curba)
Luigi Lai (Fiorassiu), riconosciuto da tutti come il miglior suonatore attuale, oltre ad aver mantenuto e trasmesso i valori della musica tradizionale, ha anche partecipato ad esperienze musicali con artisti di estrazione classica, leggera e jazz.
Altro suonatore, allievo di Melis e Lara che ha lasciato il paese di origine per trasferirsi ad Oristano è stato Felicino Pili (1910-1982), che ha avuto molta importanza nel far conoscere nell'Oristanese lo stile del Sarrabus anche attraverso l'accompagnamento dei gruppi folkloristici che allora si stavano formando. (Tripidi a Fiorassiu)
La scuola della Trexenta ha avuto come massimo rappresentante contemporaneo Dionigi Burranca, di Samatzai, allievo di Beppi e Francischeddu Sanna. A Burranca (Mediana a pippia) va il merito, tra l'altro, di aver saputo attrarre a sé musicisti non sardi che hanno imparato i fondamenti della musica sarda riproducendoli sia con le launeddas che con altri strumenti. Alcuni dei suoi allievi, tra cui Sergio Lecis, che più di tutti ne ha raccolto l'eredità, hanno dato vita all'Associazione culturale Sonus de Canna che sta svolgendo un imponente lavoro nella riscoperta e valorizzazione delle launeddas soprattutto per quanto riguarda la Scuola della Trexenta.
Una Scuola di cui purtroppo non è rimasta documentazione discografica, anche se registrazioni sul campo sono state effettuate da AF Bentzon, è quella del Campidano di Cagliari, rappresentata da Giovanni Pireddu e dal suo allievo Pasqualino Erriu. (Punt’’e organu) Grazie all’opera del Bentzon sono state documentati anche alcuni brani appartenenti al repertorio religioso di Efisio Cadoni. (Messa)
Anche il Campidano di Oristano ha avuto un mitico suonatore, su Brichi, di cui però non è rimasta alcuna traccia. Attualmente la tradizione viene mantenuta da Giovanni Casu di Cabras, che secondo AF Bentzon conserva un repertorio più arcaico di quello che si ritrova nelle altre Scuole. (Passu ‘e tresi)
Un suonatore dallo stile particolare è Beppe Cuga, di Ovodda, paese del centro Sardegna, che richiama i ritmi musicali della Barbagia.
Più recentemente la tradizione si è arricchita di nuovi suonatori che in alcuni casi rappresentano autentiche promesse per il prossimo futuro, testimoniando un rinnovato periodo d'oro per le launeddas, dopo anni di mancata crescita.