Launeddas è una pubblicazione dell'Associazione culturale CUNCORDIA A LAUNEDDAS, edita nel 1997 da AM&D, che contiene i risultati di circa sette anni di ricerche e di studi condotti anzitutto dai propri soci-suonatori.
Ognuno di essi, infatti, ha trattato un argomento specifico sullo strumento simbolo della tradizione musicale isolana: dalla raccolta delle canne (Dante Tangianu) alla tecnica del fiato continuo (Ignazio Zucca), dalla sua costruzione (Luciano Montisci e Ignazio Zucca) alle leggi dell'acustica che lo riguardano (Antonio Fanari), dallo splendore conosciuto nei secoli scorsi alla recente crisi (Giampaolo Lallai, che ha anche curato l'intero volume), dalle impressioni riportate dai viaggiatori nell'800 (Ermenegildo Lallai) alle caratteristiche musicali (Gianfranco Meloni e Giulio Pala), dalla discografia (Ignazio Spano) all'attività divulgativa dell'Associazione (Franco Sirigu).
Alla stesura del libro hanno collaborato, inoltre, insigni studiosi e docenti universitari: Salvatore Naitza e Maria Grazia Scano hanno scritto sulle launeddas nell'arte, Antonio Romagnino su launeddas e Sant'Efisio, Giovanni Dore sui suonatori conosciuti durante la sua lunga attività etnomusicale, Giacomo Serreli sulle contaminazioni dell'antico strumento con la musica moderna, Pietro Sassu sulle microstrutture melodiche della musica sarda, Paolo Bernardini sull'aulete di Ittiri, Vincenzo Santoni sul rapporto tra il bronzetto ed i culti nuragici, Giulio Paulis sull'etimologia del termine "launeddas", Giampaolo Mele su una miniatura medievale che riproduce due suonatori delle tre canne.
È quindi la prima volta che le launeddas sono state studiate sotto una pluralità di punti di vista. Le pochissime pubblicazioni precedenti, infatti, ed in particolare quelle di Giulio Fara (1910) e di Weis Fridolin Bentzon (1960), vere pietre miliari nel settore, avevano privilegiato soltanto alcuni aspetti, seppure rilevanti.
Scopo di Launeddas è quello di far conoscere meglio lo strumento come componente fondamentale del patrimonio culturale della Sardegna. Il linguaggio è, perciò, volutamente semplice e di facile comprensione. Le oltre 180 fotografie, molte delle quali inedite, le tabelle, i grafici ed i disegni sono complementari al testo e costituiscono un ulteriore e valido aiuto per il lettore che viene messo nella condizione di acquisire il valore musicale delle launeddas ma anche quello storico e sociale.
Questo connotato è del resto riassunto nel sottotitolo del libro che identifica le launeddas come l'anima del popolo sardo. In oltre tremila anni di convivenza il suo suono, a volte nostalgico e struggente, a volte allegro e dai ritmi coinvolgenti, è quello che meglio ha espresso ed esprime il carattere dei sardi, che nonostante le dominazioni subite nel corso dei secoli e le vicissitudini storiche che hanno spesso limitato ed addirittura umiliato la loro specifica identità, mantengono la dignità di popolo ed il forte legame con le proprie radici.
Il ruolo che Cuncordia a Launeddas rappresenta nel panorama della musica sarda di tradizione orale, è stato oggetto, della tesi di laurea della Dott.ssa Tania Pisanu che ne ha ripercorso le tappe, prendendo in esame non solo gli aspetti musicali, ma anche quelli estetici e sociologici.
Il rigore della metodologia scientifica, accompagnato dalla scorrevolezza della rassegna stampa e dagli aneddoti raccolti in 20 anni di attività, ne fanno un piacevole invito alla lettura, anche in ambiti non accademici.
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