La respirazione circolare, detta anche fiato continuo, è una particolare tecnica che permette di suonare uno strumento a fiato, per l'intera durata di un brano musicale, senza che vi siano interruzioni nell'emissione del fiato, legate alla necessità di respirare.
Con quasi tutti gli strumenti a fiato, sia della musica classica che di quella popolare, infatti, si è costretti ad eseguire una pausa reale, cioè un'interruzione del suono, durante l'inspirazione.
Le launeddas e pochi altri strumenti dell'antica tradizione popolare (tra i più conosciuti l'argul egiziano e il didgeridoo australiano) utilizzano questa tecnica come caratteristica propria dello strumento, anch'essa tramandata nel corso dei secoli. Contrariamente a quanto pensa chi, faticosamente, cerca di apprendere questo particolare tipo di respirazione, non sapendo suonare lo strumento, è spontaneo per chi è in grado di eseguire una melodia con le launeddas, utilizzare la respirazione circolare.
La particolare imboccatura, con le ance all'interno della bocca, permette una notevole possibilità di movimenti alle labbra, alla lingua ed alle guance, senza che vi sia alcuna difficoltà nell'emissione e nel controllo del flusso d'aria che costringe le ance a vibrare. La cavità orale rappresenta il serbatoio per la riserva d'aria, che nella cornamusa e nella zampogna è ottenuto con una sacca.
La pausa in senso musicale viene ottenuta, nel caso delle launeddas, con la chiusura dei quattro fori diteggiabili sulle canne melodiche. Non si tratta di una pausa reale ma solo percettiva, poiché la nota emessa dell'arrefinu, che continua a suonare, si fonde con il bordone.
È difficile immaginare di soffiare dentro lo strumento, mentre si inspira; i due movimenti opposti devono essere compiuti separatamente ed alternativamente.
La respirazione circolare rappresenta la prima difficoltà che l'apprendista suonatore di launeddas deve superare e che si trasforma spesso in uno scoglio insormontabile. La maggior parte degli allievi non riesce a superare proprio questa fase tant'è che nell'opinione popolare la tecnica della respirazione viene considerata la maggiore difficoltà nello studio dello strumento. Spesso ciò è dovuto alle caratteristiche dello strumento utilizzato; ogni singola ancia richiede infatti una pressione diversa perché sia sollecitata a vibrare, ma uno strumento appena costruito, come è in genere quello di un allievo, ha le ance abbastanza rigide che mettono a dura prova i muscoli delle guance.
Il metodo che noi abbiamo seguito per l'apprendimento di questa tecnica presenta solo qualche piccola variante, suggerita dalla disponibilità di nuovi materiali, rispetto al metodo usato tradizionalmente dai suonatori di launeddas.
L'apprendimento della respirazione circolare può essere schematizzato in tre fasi:
Questo esercizio va eseguito per alcuni minuti e ripetuto molte volte durante la giornata, in modo da rinforzare i muscoli delle guance e delle labbra, che non possiedono il tono muscolare sufficiente, per eseguire correttamente la tecnica del fiato continuo.
Finché la cannuccia viene tenuta abbastanza stretta, non vi è difficoltà per eseguire la respirazione circolare, in quanto il tempo che l'aria contenuta nella bocca impiegherebbe per passare completamente nel bicchiere attraverso la cannuccia, è superiore a quello impiegato nell'atto respiratorio per riempire d'aria i polmoni.
Le prime due fasi di questa tecnica non presentano alcuna difficoltà e possono essere apprese in breve tempo da chiunque. Per poter passare alla fase successiva però occorre avere più forza nei muscoli delle guance; sono necessari alcuni giorni di allenamento continuo, smettendo non appena subentrano i crampi muscolari alle guance ed alle labbra.
L'allenamento con il bicchiere d'acqua deve procedere finché si riesce a eseguire la respirazione circolare senza stringere la cannuccia. La durata delle prime due fasi è molto soggettiva e dipende soprattutto dalla quantità di tempo che vi si dedica.
Quando si riesce a soffiare con la cannuccia dentro il bicchiere d'acqua, ininterrottamente per qualche minuto, è giunto il momento di passare allo strumento.
La resistenza offerta dall'aria è però inferiore a quella che oppone l'acqua, quindi tutti i movimenti vanno svolti in un tempo minore poiché l'aria fuoriesce dalla bocca con più facilità rispetto a quando viene soffiata nel bicchiere.
E' questa la fase che scoraggia la maggior parte degli allievi che, non avendo incontrato difficoltà inizialmente, pensano di aver già imparato. Dopo qualche giorno di tentativi andati a vuoto molti allievi rinunciano. Come per le fasi precedenti bisogna dare ai muscoli delle guance e delle labbra il tempo di adattarsi alle maggiori prestazioni richieste, come avviene in un'attività sportiva.
Innanzitutto non è consigliabile utilizzare lo strumento completo ma è preferibile procedere per gradi, come con la cannuccia.
Ora che la tecnica è stata appresa occorrono alcuni mesi per esserne veramente padroni e riuscire a suonare ininterrottamente per diversi minuti. Con l'affinamento della tecnica si presenta dopo qualche tempo un altro problema. Non si hanno perdite d'aria lateralmente allo strumento, tra cabitzina e labbra, quindi tutta l'aria immagazzinata nei polmoni viene inviata forzatamente sulle ance.
Se non si riesce ad espellere l'aria contenuta nei polmoni e si ha l'esigenza di inspirare nuovamente, col naso, la pressione nel comparto bocca-polmoni aumenta notevolmente e si ha la sensazione di scoppiare. Questa evenienza si viene a creare soprattutto quando si suona camminando, in special modo nei tratti in salita, situazione in cui la richiesta di ossigeno da parte dell'organismo, è maggiore. Il suonatore inesperto è costretto a togliere lo strumento dalla bocca e respirare normalmente. In seguito si apprende, quasi spontaneamente, la tecnica da utilizzare nella situazione appena descritta, che consiste nel riuscire ad espirare col naso mentre l'aria fuoriesce contemporaneamente anche dalla bocca attraverso le ance dello strumento.
La tecnica del fiato continuo è sempre stata avvolta da un alone di mistero, e la naturalezza con cui viene eseguita dai suonatori di launeddas non manca di colpire l'attenzione di chi per la prima volta viene a contatto con questo genere musicale.
I principi teorici della respirazione circolare possono essere comunque facilmente compresi sulla base della fisiologia della respirazione.
La contrazione del diaframma, muscolo a forma di cupola che si trova al di sotto dei polmoni provoca un'espansione del torace, che si traduce in una diminuzione della pressione all'interno dei polmoni. Lo scompenso pressorio viene corretto richiamando aria dall'esterno che attraverso il naso o la bocca arriva ai polmoni. Il rilasciamento del diaframma, che funziona come una molla, porta ad un aumento della pressione all'interno dei polmoni. La colonna d'aria che vi era contenuta viene spinta verso l'esterno, la pressione polmonare diminuisce e un altro ciclo respiratorio può avere inizio.
Il principio fondamentale della respirazione circolare è quello di mantenere costante la pressione all'interno della cavità orale indipendentemente da quella polmonare.
Durante l'espirazione la cavità orale è in comunicazione con i polmoni per cui vi è la stessa pressione. Il momento più critico si ha nella fase inspiratoria, perché i polmoni sono in rapporto diretto col naso e la pressione all'interno della bocca tende rapidamente a diminuire. Perché la pressione dell'aria rimanga costante è necessario ricorrere immediatamente ad un'azione di compenso. Ciò è reso possibile dal sollevamento della parte posteriore della lingua e dall'abbassamento del palato molle per cui si vengono a formare due ambienti separati. Il primo costituito dalle cavità nasali e dai polmoni, il secondo dalla cavità orale, chiusa posteriormente da lingua e palato molle ed aperta anteriormente verso le ance. Poiché in quest'ultimo comparto la pressione tende a diminuire rapidamente, viene subito riequilibrata dalla contrazione dei muscoli delle guance. La pressione polmonare a sua volta viene ripristinata dalla contemporanea inspirazione. Le due pressioni ora uguali permettono alla lingua ed al palato molle di riacquistare la loro posizione di riposo, per cui l'aria espirata dai polmoni è nuovamente libera di fluire attraverso la bocca e di stimolare la vibrazione delle ance.